La favola de’ tre gobbi, Londra, Woodfall, 1761 (I tre gobbi rivali)

 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera in casa di madama Vezzosa con tavoletta e due porte.
 
 Madama VEZZOSA con un servitore, poi PARPAGNACCO
 
 MADAMA
 
    Donne belle che bramate
 preda far di cuori amanti,
 ne volete? Io ne ho tanti
 che di lor non so che far. (Parte il servo)
 
5Per tutte le botteghe
 so che di me si parla;
 per le vie, per le piazze e per le case,
 in ogni angolo alfin della città
 non si fa che parlar di mia beltà.
10Io però non son pazza;
 non mi fo vagheggiar per ambizione;
 non cerco cicisbei belli e graziosi
 ma ricchi, di buon cuore e generosi.
 So che la gioventù passa e non dura,
15onde chi non procura
 per tempo stabilir la sua fortuna
 arriva alla vecchiezza
 ed allora può dirsi: «Addio bellezza». (Torna il servo e si parlano piano)
 Come! Chi è? Il marchese Parpagnacco?
20Venga, venga; è padrone. (Il servo parte)
 Costui fa il signorone,
 benché nato villan, ma non importa;
 in oggi chi ha denaro in quantità
 porta nel suo taschin la nobiltà.
 PARPAGNACCO
25Riverente m’inchino
 a quella bella grazia
 che di farmi languir non è mai sazia.
 MADAMA
 Io faccio riverenza
 a quei vezzosi rai
30che di farmi penar non cessan mai.
 PARPAGNACCO
 Ah madama Vezzosa,
 siete molto graziosa!
 MADAMA
 Ah Parpagnacco mio,
 siete tutto bellezza e tutto brio!
 PARPAGNACCO
35Non dico per lodarmi
 ma da che son marchese
 faccio maravigliar tutto il paese.
 Quando ero alla montagna,
 d’essere mi pareva un contadino,
40ora d’esser mi pare un ballerino.
 MADAMA
 Certo che un uomo siete
 veramente ben fatto.
 V’è un certo non so che dietro la schiena;
 ma è una cosa da niente e non dà pena.
 PARPAGNACCO
45Sì, vi dirò il perché; come ricolma
 di pesanti pensieri ho la mia mente,
 par che il dorso s’incurvi e non è niente.
 MADAMA
 Niente, niente, signor, lo dico anche io;
 anzi grazia gli dà quel monticello;
50e poi chi ha del denaro è sempre bello.
 PARPAGNACCO
 Denar? Voi lo sapete,
 feudi, ville, campagne,
 palazzi, servitù, sedie, carrozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie
55non mi mancano mai. Voi lo sapete,
 io possedo un tesoro.
 MADAMA
 (Certamente ha costui la gobba d’oro).
 PARPAGNACCO
 Una cosa mi manca.
 MADAMA
                                        E cosa mai?
 Lei ha feudi e campagne,
60palazzi, servitù, sedie e carozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie.
 PARPAGNACCO
 Mi manca... lo dirò... una bella moglie.
 MADAMA
 Ritrovarla conviene; una tal donna
 sarà ben fortunata.
65Se la trovi, signore.
 PARPAGNACCO
                                      Io l’ho trovata.
 MADAMA
 E chi è mai? E chi è mai? Sarà sicuro
 giovine, come è lei, graziosa e bella.
 PARPAGNACCO
 Lo volete saper? Voi siete quella.
 MADAMA
 Io? Da vero? Lo credo? Oh me felice!
70Oh che sorte! Oh che grazia! Oh che contento!
 Quasi impazzir dall’allegria mi sento.
 (Se mi credi, minchion, la sbagli affé.
 Voglio la borsa tua, non voglio te).
 PARPAGNACCO
 Questa vostra allegrezza
75m’empie il cor di dolcezza;
 sudo, smanio e deliro;
 rido per il contento e poi sospiro.
 
    Quegli occhietti belli belli
 m’hanno fatto innamorar.
80Quei labbretti cari cari
 mi potrebber consolar.
 Quel che io vedo e che io non vedo
 mi fa sempre sospirar.
 
    Occhi vezzosi,
85labbri amorosi,
 via, non mi fate
 più delirar.
 
    Di penar son ormai stracco,
 del mio mal chiedo pietà.
90Il marchese Parpagnacco
 di madama ognor sarà.
 
    Sì, vezzosetta,
 cara, caretta,
 non saprei... non vorrei...
95che m’aveste ad ingannar.
 
 MADAMA
 Io ingannarvi, signor? Mi maraviglio.
 In casa mia non vien nessun al mondo.
 Io non sono di quelle... Eh faccia grazia,
 dove ha comprato mai quel bel diamante,
100spiritoso e brillante?
 Certamente è un incanto.
 PARPAGNACCO
 Le piace?
 MADAMA
                     Signorsì, mi piace tanto.
 PARPAGNACCO
 Padrona.
 MADAMA
                    Maraviglio.
 PARPAGNACCO
                                           Eh via.
 MADAMA
                                                           No certo.
 PARPAGNACCO
 Mi fa torto.
 MADAMA
                        Ma poi... Non vo’, non vo’.
 PARPAGNACCO
105Eh lo prenda...
 MADAMA
                              Via, via, lo prenderò.
 PARPAGNACCO
 Dunque, mia cara sposa...
 MADAMA
                                                  Con licenza. (Viene il servo)
 (Il barone Macacco
 mi viene a visitar? Non so che dire,
 farlo indietro tornar non è creanza.
110Venga pur, che io l’attendo in questa stanza). (Il servo parte)
 PARPAGNACCO
 Oh gioia mia diletta...
 MADAMA
 Sono imbrogliata assai. Vien mio fratello,
 uomo senza cervello e assai manesco,
 se vi vede con me, voi state fresco.
 PARPAGNACCO
115Dunque che deggio far?
 MADAMA
                                              Io vi consiglio,
 per fuggir il periglio,
 nascondervi colà.
 PARPAGNACCO
                                  Poi, se mi trova?
 MADAMA
 Lasciate fare a me.
 Difendervi prometto.
 PARPAGNACCO
120Che mi spiani la gobba io già m’aspetto. (Si ritira in una camera)
 
 SCENA II
 
 MADAMA, poi il barone MACACCO
 
 MADAMA
 Vi vuole un po’ d’ingegno
 a far l’amor con questo e con quell’altro;
 e vi vuol pronto labbro ed occhio scaltro.
 MACACCO
 Ma... ma... ma... ma... ma... ma... ma... ma... madama
125vi chie... chiedo perdono.
 MADAMA
 Del barone Macacco io serva sono.
 MACACCO
 Cosa fa... fa... fa... fate?
 MADAMA
 Io sto be... be... be... bene.
 MACACCO
 Non mi co... co... co... co... co... corbellate.
 MADAMA
130Pensi lei! Signorsì,
 parlo anche io qualche volta co... così.
 MACACCO
 Io son inna... na... na... na... na... namorato
 di voi, mia be... be... bella.
 Viver non po... po... posso
135senza chia... chia... chia... chia... chiamar aita
 da voi che che che siete la mia vita.
 MADAMA
 (Che ti venga la rabbia.
 Oh, che bella figura!
 Questo può dirsi un mostro di natura).
 MACACCO
140Le raga... ga... ga... ga... gazze
 mi co... co... co... corron dietro,
 vorriano che io fo... fo... fo... fo... follemente
 le amassi ma non fa... fa... fanno niente;
 e il vostro vi... vi... vi... vi... viso bello
145con... con... con... con... consuma il mio cervello.
 
    Quel caro visetto,
 quel lucido occhietto,
 quel splendido aspetto,
 quel bel portamento.
150Oh che grazia! Oh che gesti! Oh che brio!
 Madama Vezzosa
 mi fa innamorar.
 
    Oh poveri uomini,
 d’invidia e rancore
155gli vedo crepar.
 
 MADAMA
 Caro signor Macacco,
 quando lei fosse sposo,
 sarebbe poi geloso?
 MACACCO
                                       Pe... pensate.
 Vorrei che la mia sposa
160fosse co... co... co... co... co... corteggiata
 e spiritosa chia... chia... chia... chiamata.
 MADAMA
 Non vi saria pericolo
 che io gli facesse torto,
 poiché più bel di lei
165che si trovi nel mondo io non saprei.
 MACACCO
 Io sono ben fa... fatto,
 son be... be... be... be... bello in conclusione
 e non sono un co... co... co... cornacchione.
 MADAMA
 (Che faccia di ca... ca... ca... ca... castrone). (Viene il servo)
170Mi permette?
 MACACCO
                             Sì sì, signora sì.
 MADAMA
 (Oh questa è bella affé.
 Se questo altro sen vien saranno tre.
 Sì sì, venga ancor lui,
 soggezzion non mi prendo di costui).
175Giacché non è geloso,
 caro signor barone,
 con buona permissione
 un altro cavalier vuol visitarmi,
 onde la prego in libertà lasciarmi.
 MACACCO
180Fa... fa... fa... fa... fate pure,
 so anch’i... ch’io la usanza,
 mi mi mi riti... tiro in questa stanza. (Si ritira in un’altra camera)
 MADAMA
 Questo sarebbe il caso,
 per una cui piacesse
185di vivere al gran mondo.
 Ha la vita piegata e il capo tondo.
 Eccolo; arriva. Vo’ spassarmi un poco;
 vo’ prendermi di questo ancora gioco (Parte)
 
 SCENA III
 
 Il conte BELLAVITA collo specchio in mano, poi madama VEZZOSA, dopo PARPAGNACCO e MACACCO
 
 BELLAVITA
 
    Madre natura,
190tu m’hai tradito
 ma t’ho schernito
 col farmi bello
 con il pennello,
 come le donne
195sogliono far.
 
 Al volto porporino
 di madama Vezzosa umil m’inchino.
 MADAMA
 Io dalle grazie sue resto stordita
 e riverisco il conte Bellavita.
 BELLAVITA
200Di me non vi dolete,
 se tardi mi vedete.
 Sono stato finor da certe dame,
 che vogliono ballar con fondamento,
 a insegnarle di vita il portamento.
 MADAMA
205Già si sa, già si vede,
 la sua vita ben fatta è cosa rara;
 vezzi e grazie da lei ciascuno impara.
 BELLAVITA
 Veda, signora mia,
 osservi in cortesia
210questi due monticelli
 che io tengo uno per parte;
 son fatti con tale arte
 che uno coll’altro in equilibrio accorda
 e sembro appunto un ballarin da corda.
 MADAMA
215Non ne dica di più. Lo so, lo credo,
 lo capisco, lo vedo.
 Lei è tutto ben fatto;
 lei è tutto gentil. (Lei è un bel matto).
 
    Non curo un galante
220che a tutte fa il bello,
 il cuor dell’amante
 lo voglio per me.
 
    Gli sguardi, gl’accenti,
 l’affetto, la fede,
225quel braccio, quel piede,
 quel labbro, quegli occhi
 nessuno mi tocchi;
 vo’ tutto per me.
 
    Risetti, scherzetti,
230giochetti, balletti
 non s’hanno da fare,
 vo’ tutto per me.
 
 BELLAVITA
 Senta, signora mia, per dir il vero,
 io sono un cavaliero
235ameno e disinvolto;
 se lei m’osserva in volto,
 un certo non so che ci troverà
 che s’accosta di molto alla beltà.
 Circa la grazia poi, non fo per dire,
240osservi la presenza,
 col piè sempre in cadenza,
 nelle braccia grazioso,
 nel gestir manieroso,
 si può dire che io sia cosa compita.
245Eh, poi che serve, il conte Bellavita.
 
    Quando vedrà che io ballo
 al suon d’un minué,
 la la la la la la,
 con passi e mezzi passi,
250con salti e pirolé,
 le venirà il prurito
 e ballerà con me.
 
    Se poi sul mandolino
 mi sentirà cantare,
255con crome e semicrome,
 con trilli e passeggiate,
 il dubbio è già finito,
 dirà ch’è vero affé.
 
 MADAMA
 Ma, se tanto è grazioso,
260sarà anco generoso.
 BELLAVITA
                                      E cosa importa?
 Dov’è grazia e beltà,
 non si ricerca generosità.
 MADAMA
 Signor, lei mi perdoni, in questo sbaglia.
 Un amante, ancorché bello e grazioso,
265quando si mostra avaro,
 alla donna non puol esser mai caro.
 BELLAVITA
 Dunque con i miei vezzi
 io non posso da voi sperar affetto?
 MADAMA
 Per me vi parlo schietto,
270se mi volete innamorar da buono,
 fate che della borsa io senta il suono.
 BELLAVITA
 Sarà dunque un amore interessato.
 MADAMA
 Sarà l’amor che dalle donne è usato.
 BELLAVITA
 Parmi di sentir gente.
 MADAMA
                                           Ah dite piano,
275poiché tengo un germano
 ch’è più tosto cervello stravagante;
 se ci sente vorrà far l’arrogante.
 BELLAVITA
 Tiriamoci più in qua. Torniamo un poco
 al discorso di prima.
280Per esempio, volendo
 darvi un segno d’amor, questo orologio,
 dite, saria opportuno?
 MADAMA
 Ah sì sì, ne ho perso uno
 simile appunto a quello.
 BELLAVITA
285Guardate con che grazia io vel presento.
 MADAMA
 Oh che grazia gentil! Siete un portento.
 BELLAVITA
 Mi vorrete voi bene?
 MADAMA
                                         Uh tanto, tanto.
 BELLAVITA
 Vi piace il volto mio?
 MADAMA
                                         Siete un incanto.
 BELLAVITA
 
    Vezzosa gradita.
290Mio dolce tesoro.
 
 MADAMA
 
 Per voi, Bellavita,
 io smanio, io moro.
 
 A DUE
 
 Che dolce contento
 che io provo, che io sento!
295Che brio! Che beltà!
 
 BELLAVITA
 
    Ohimè! Sento gente.
 
 MADAMA
 
 No no, non è niente;
 sarà mio fratello.
 
 BELLAVITA
 
 Ha poco cervello,
300tremar ci farà.
 
 MADAMA
 
    Non tema di nulla;
 stia fermo, stia qua.
 
 PARPAGNACCO
 
    Padron riverito.
 
 BELLAVITA
 
 Son servo obbligato.
 
 PARPAGNACCO
 
305È tutto compito. (A madama)
 
 BELLAVITA
 
 È assai ben creato. (A madama)
 
 MADAMA
 
 Sorella gli sono,
 spiacermi non sa.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA
 
    Fratello più buono
310di lui non si dà.
 
 MADAMA
 
    Per fino ch’ei parta
 celatevi là. (A Parpagnacco)
 
 PARPAGNACCO
 
 È troppa bontà.
 
 MADAMA
 
    Andate in disparte,
315che poi partirà. (A Bellavita)
 
 BELLAVITA
 
 È troppa bontà.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA
 
    Gli son servitore,
 comandi signore
 ma con libertà. (Si ritirano)
 
 MADAMA
 
320   Oh questa sì ch’è bella!
 M’hanno creduto affé.
 
 MACACCO
 
    Non c’è più nessuno,
 to... to... to... tocca a me.
 
 MADAMA
 
    (E questo bel Macacco
325da me cosa vorrà?)
 
 MACACCO
 
    Mia ca... ca... ca... ca... cara.
 
 MADAMA
 
 Mio be... be... be... be... bello.
 
 A DUE
 
 Son qua qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA
 
    Un altro suo fratello
330codesto ancor sarà?
 
 MADAMA
 
    (Or sono nell’imbroglio,
 non so cosa sarà).
 
 MACACCO
 
 Son qua qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA
 
    Eh ben, quanti fratelli
335avete, mia signora?
 
 MADAMA
 
 Padroni cari e belli,
 io non glielo so dir.
 
 PARPAGNACCO
 
    Voi siete menzognera.
 
 BELLAVITA
 
 Voi siete lusinghiera.
 
 A DUE
 
340Scoperta siete già.
 
 MADAMA
 
    Andate, che vi mando,
 andate via di qua.
 
 MACACCO
 
 Co... cosa mai sarà.
 
 A QUATTRO
 
    Che razza maledetta!
345che rabbia che mi fa!
 
 Fine dell’atto primo